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Ghiaccio nei cocktail: quale scegliere per un drink perfetto

A cosa serve il ghiaccio nei cocktail?

Anche se può sembrare solo un’aggiunta senza nessuna importanza, il ghiaccio nei cocktail è da considerarsi un vero e proprio protagonista
Quanto volte abbiamo sentito la frase “Per me con poco ghiaccio!”. A parte il gusto personale, questa frase viene detta dalle persone perchè c’è la credenza che il ghiaccio nei cocktail significhi allungare il drink o fare volume nel bicchiere per mettere poco alcol. 
“Allungare” il cocktail però non è un lato negativo: l’acqua rilasciata dal ghiaccio che si scioglie serve per diluire al punto giusto il drink e renderlo più bevibile, oltre a raffreddarlo. 

Usare il giusto tipo e la giusta quantità di ghiaccio nei cocktail aiuta a miscelare nel modo corretto gli ingredienti e alleggerire l’intensità di acluni alcolici. 
Lo sapevi che ne esistono diversi tipi? 

In questo articolo ti spieghiamo quando andrebbero utilizzati in base al drink e agli ingredienti. 

 

Tipi di ghiaccio: quale usare a seconda del tipo di cocktail

Ogni cocktail ha la sua tipologia di ghiaccio perfetta: forma e dimensione del ghiaccio possono avere un’influenza sulla velocità con cui si scioglie e quindi con la quantià di acqua che si aggiunge agli ingredienti del cocktail, diluendolo. Come abbiamo visto, la diluizione del drink nelle giuste quantità è una cosa positiva, ma è importante che venga calibrata sulla base del cocktail che si sta preparando

Per questo ogni drink, e quindi gli ingredienti contenuti, prediligono alcune tipologie di ghiaccio. Vediamole insieme.

 

Ghiaccio a cubetti classico

È forse il più conosciuto, il classico ghiaccio a cubetti che solitamente viene utilizzato anche a casa. I cubetti misurano solitamente 3x3 e sono quelli più usati perchè si adattano a qualsiasi tipo di bicchiere per cocktail. 

Viene scelto per i drink serviti on the rocks, cioè quelli in cui il cocktail viene versato direttamente sul ghiaccio, e per raffreddare i drink con la tecnica stir&strain prima di essere serviti. In quest’ultimo caso i cubetti di ghiaccio vengono aggiunti al mixing glass con gli ingredienti, e il cocktail viene mescolato e filtrato con lo strainer: il drink viene servito senza ghiaccio. 

 

Ghiaccio tritato

È il ghiaccio che solitamente si vede nei cocktail come il Mojito o tutti quei drink che rientrano nella categoria Frozen, come il Margarita Frozen. Questo ghiaccio crushed viene frantumato in modo grossolano usando un pestaghiaccio o con un blender elettrico. È adatto a tutti quei cocktail la cui consistenza è molto simile alla granita: conferiscono una buona consistenza al drink, rinfrescandolo al punto giusto. 

Non è indicato, invece, per shakerare il cocktail o per raffreddare gli ingredienti e viene aggiunto in un secondo momento a completamento della bevanda. 

 

Chunk e ghiaccio a sfera

Entrambe queste tipologie di ghiaccio possono essere considerati come taglie XL: sono molto grandi e, per questo, tendono a sciogliersi più lentamente rispetto ai cubetti di ghiaccio in formato standard, diluendo in tempi più lunghi il drink.

Quando parliamo di Chunk intendiamo quei cubi di ghiaccio di grandezza generalmente 5x5. Sono ideali per raffreddare whisky e rhum pregiati, serviti in tumbler bassi: riempiono bene il bicchiere e, sciogliendosi pian piano, mantengono fredda la bevanda a lungo. Sono molto grandi, quindi da evitare per shakerare!

Il ghiaccio a sfera, chiamato anche Ice Ball, sono grandi sfere di ghiaccio create con appositi stampi. Sono molto belli esteticamente e scenografici quando vengono aggiunti ai drink, spesso vengono infatti usati anche come guarnizioni. Tendono a galleggiare e, proprio per questo, è importante mescolare con cura, in modo che anche lo strato inferiore si raffreddi. Da notare che questa forma sferica fa sì che il ghiaccio tenda a sciogliersi più lentamente rispetto a quelli cubici, per il rapporto inferiore tra superficie e volume. Sono, come i Chunk, utilizzati prevalentemente per i liquori.

 

Collins Spears o Ditale

È insolito vedere questo ghiaccio nei cocktail, in quanto viene poco utilizzato nei cocktail bar ma, da qualche anno pare stia tornando di moda. Si presenta come un lungo e spesso blocco di ghiaccio ed è adatto per quei cocktail che possono essere serviti nei tumbler alti, come il Gin Tonic

Anche questa forma di ghiaccio si scioglie molto lentamente e riesce a raffreddare tutta la bevanda, perchè occupa interamente il bicchiere. Sicuramente anche questo molto scenografico!

 

Ghiaccio Crystal Clear

Letteralmente “ghiaccio cristallino”: è trasparente come il vetro e non ha una specifica forma. La caratteristica principale è il fatto di essere molto bello perchè pulito e non “torbido” come il ghiaccio standard. 

La sua preparazione richiede attenzioni specifiche e materiali come una scatola termica, uno stampo per ghiaccio, dell’acqua a basso residuo fisso e 48 ore di attesa.

Molto utilizzati dai barman per cocktail curati ed esteticamente belli, perchè fanno risaltare tutti i colori dei vari ingredienti senza “sporcare” e penalizzare il drink. Anche l’occhio vuole la sua parte! 

 

Ghiaccio secco

Avete presente quell’effetto fumoso, come una nuvoletta che esce dal bicchiere e si espande? Tra le tipologie di ghiaccio nei cocktail, scuramente quello secco è quello più sorprendente. Tuttavia, è anche quello più pericoloso: la sua temperatura si aggira intorno ai -80°, per cui è indispensabile prestare attenzione e maneggiarlo con guanti e pinze in modo da evitare brutte ustioni.

È molto apprezzato perchè basta un cubetto per raffreddare la bevanda e creare quell’effetto fumo che fa subito festa. In più, non altera in alcun modo i sapori!


 

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